Sono anzitutto cristiano con voi,
e sacerdote per voi, per parlare di Lui a voi e di voi a Lui Emilio Gandolfo

i libri

Quando vedremo Dio faccia a faccia e lo conosceremo come lui ci conosce, allora non ci sarà più bisogno delle Scritture e non dovremo più leggere le Lettere che Dio ci ha fatto pervenire per aiutarci a camminare per arrivare a casa, in quel glorioso regno che solo amore e luce ha per confine.
Emilio Gandolfo
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Emilio presenta così questo suo libro in quarta di copertina:

Per un cristiano la speranza non è qualcosa di vago, ma è Qualcuno dal volto ben preciso: non è l’ultima dea destinata anch’essa a morire, è il Cristo risorto che vive in lui. Enunciato nelle pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento, il tema viene ripreso dai padri greci e latini, siriaci, armeni e copti, confluisce nel Concilio Vaticano II, e trova fervida risonanza in molti autori contemporanei”.

Nell’introduzione Emilio ci ricorda che le tre parole del titolo sono parole di Paolo dal fondo del suo carcere romano: “In Cristo morto e risorto egli (Paolo) ha riposto ogni sua speranza”, come scrive un po’ meno di un secolo dopo Ignazio di Antiochia.

Così commenta Emilio: “Cristo mio fratello, in tutto simile a me, che ha tremato di paura di fronte alla morte… E proprio perché ha patito può capire, e perché capisce può aiutare chi è nella prova. È dall’angoscia che è nata la speranza”.

In chiusura del libro Emilio sceglie una lirica di David Maria Turoldo:

“Mio prefazio a Pasqua” (da O sensi miei). Sono versi del 1990 in cui viene invocata la chiesa che oggi ci indica Papa Francesco.

“Io voglio sapere se Cristo è veramente risorto
se la Chiesa ha mai creduto che sia veramente risorto.
Perché allora è una potenza,
schiava di ogni potenza?
Perché non batter le strade
come una follia di sole,
a dire: Cristo è risorto, è risorto?…
Mia chiesa amata e infedele,
mia amarezza di ogni domenica,
chiesa che vorrei impazzita di gioia
perché è veramente risorto”

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David Maria Turoldo
Lettera e spirito. Lettura della Bibbia dalle origini cristiane ai nostri giorni

Nel 1972 esce presso l’AVE Lettera e spirito. Lettura della Bibbia dalle origini cristiane ai nostri giorni, un libro, scrive nella premessa, “che mi è andato crescendo tra le mani oltre ogni mia previsione” in cui ripercorre l’interpretazione cristiana della Bibbia da Ignazio d’Antiochia ai teologi del Novecento.
Emilio si ispira alla raccomandazione di Agostino: Non ti fermare alla lettera, perché la lettera uccide, ricerca lo spirito che dà la vita, è l’intelligenza spirituale che salva il credente. Frutto della primavera conciliare, questo libro è forse la sua opera più significativa e di certo costò a Emilio un immane impegno di lettura e di studio.

Nel 2011 il libro è stato ripubblicato presso le Edizioni Dehoniane di Bologna, per iniziativa dell’Associazione Amici di don Emilio Gandolfo.

“Conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio”: è con queste parole di Gregorio che Emilio ci invita ad accostarci alla Lettera di Dio agli uomini, definizione agostiniana che dà il titolo a questo libro (uscito da IPL nel 1972 e ripubblicato in una versione ampliata da Piemme nel 1990), antologia di testi patristici, teologici e mistici in undici capitoli. Scrive Emilio nella premessa all’ultimo capitolo: «Quando vedremo Dio faccia a faccia e lo conosceremo come lui ci conosce, allora non ci sarà più bisogno delle Scritture e non dovremo più leggere le Lettere che Dio ci ha fatto pervenire per aiutarci a camminare per arrivare a casa, in quel glorioso regno che solo amore e luce ha per confine».

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Il Breviario patristico-spirituale dell’anno liturgico, in cinque piccoli volumi – Tempo di Avvento e Natale; Tempo di Quaresima; Tempo Pasquale; Tempo Ordinario I e II – uscì per le edizioni della Queriniana nel 1979. Nel 2008 l’Associazione Amici di don Emilio ne ha patrocinato la ristampa per le edizioni Borgia. Il Breviario è un vero itinerario spirituale con don Emilio: è la sua vita di orazione, il suo modo di sentire e di vivere la liturgia. Nel cammino ci guidano i suoi Padri: Origene, Gregorio Magno, Agostino, Ambrogio, Bernardo, Teresa di Lisieux con i quali don Emilio era abituato a conversare; ma con loro, c’è anche Pascal, Bossuet, Newman, Dostojevskij o autori moderni come Peguy, Marmion, Lyonnet, Maritain, Suenens, La Pira, Mazzolari, Bevilacqua, Rossano, Barsotti… Si entra col loro aiuto nel flusso vivificante di una spiritualità che sa unire la freschezza delle opinioni alla profondità di mature riflessioni teologiche. Ma il vero maestro interiore rimane sempre lo Spirito Santo: è lui che guida alla lettura spirituale della Bibbia e aiuta il popolo di Dio a compiere e a vivere l’Azione sacra, la liturgia. Nel cammino ci accompagnano le annotazioni sempre puntuali di don Emilio che come gli antichi monaci legge, raccoglie, rumina, prega la parola di Dio.

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Leggi la presentazione del cardinale Michele Pellegrino al libro L’esperienza umana alla luce della Bibbia.

  • L’esperienza umana alla luce della Bibbia
  • L’esperienza umana alla luce della Bibbia
  • L’esperienza umana alla luce della Bibbia
  • L’esperienza umana alla luce della Bibbia
  • L’esperienza umana alla luce della Bibbia
  • L’esperienza umana alla luce della Bibbia

L’esperienza umana alla luce della Bibbia risale ad una fase dell’esperienza post-conciliare nella quale don Emilio voleva dare forma compiuta e, per quanto possibile, “divulgativa” (il libro non comprende note bibliografiche o di commento tipiche di una pubblicazione scientifica) a un doppio filone di pensiero.

Da un lato, un riconoscimento pieno dell’attualità della sapienza teologica e pastorale dei Padri della chiesa, secondo una sorta di genealogia spirituale che Emilio Gandolfo sottolinea e scandisce nei capitoli del volume con grande passione e competenza, ponendo in stretta successione S. Paolo, S. Agostino, S. Gregorio Magno e S. Bernardo di Chiaravalle. Dei Padri della Chiesa sottolinea la capacità di testimoniare la viva e personale esperienza di Dio attraverso l’incontro con la sua Parola, riconoscendo un ruolo centrale in Gregorio. Ma Emilio sottolinea che si tratta di una Parola fatta carne, che ha posto la sua dimora nella nostra storia e nelle nostre vie alla conoscenza del mondo anche attraverso la scienza; una Parola che comunque ci mette in comunione con Dio se letta in una dimensione comunitaria: di qui l’evidenza data a un altro protagonista, Galileo Galilei, del quale ricorda come le convinzioni sulla Bibbia coincidano, forse sorprendentemente, con quelle sempre affermate ed insegnate dalla Tradizione, da Scoto Eriugena fino al Concilio Vaticano II. Dunque conoscenza ed esperienza di Dio attraverso la Bibbia e i Padri, nella consapevolezza che è Dio che prende l’iniziativa di rivelarsi a noi; ma conoscenza di Dio anche nello studio senza pregiudizi della natura.

A queste due vie di conoscenza Emilio raccorda, implicitamente, una terza, assai cara a Giovanni XXIII e che di frequente citava: la lettura dei “segni dei tempi”, cioè l’esperienza di ascolto e interpretazione degli avvenimenti dell’oggi alla luce della Bibbia. Ecco dunque perché in epigrafe al volume appare la citazione di Barth: “Io prendo in una mano la Bibbia, nell’altra il giornale e li leggo alla luce della Parola di Dio”, quella Parola di cui i Padri sono testimoni ed interpreti, ma della quale i nostri contemporanei sono non meno assetati.
Nelle conclusioni del volume scrive: “Dal Concilio ci si aspettava delle riforme; ed è stato invece un rovesciamento di prospettive. In questo senso ha superato ogni aspettativa e tutti si trovano ancora ad essere pre-conciliari”.

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Maria discepola di Cristo uscì per le edizioni Piemme nel 1992. Raccoglie 25 brevi meditazioni che don Emilio scrisse a Fatima dove la Compagnia di San Paolo lo aveva mandato per un paio di mesi ad accogliere i pellegrini. Esse ono un invito a guardare Maria. Don Emilio fa sue le parole che Dante mette in bocca a San Bernardo nel trentaduesimo canto della Divina Commedia: “Riguarda omai ne la faccia che a Cristo/ più si somiglia, ché la sua chiarezza/ sola ti può disporre a veder Cristo”. (Par. XXXII, 85-87) Maria è la creatura che più somiglia a Cristo non solo perché è sua madre ma soprattutto perché è la sua discepola più fedele. Quello di un discepolato cristiano insieme con la Madonna è il filo conduttore delle meditazioni di don Emilio. Egli ricorre ancora una volta a S. Agostino che commentando il vangelo di Marco “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi fa la volontà di Dio questi è mio fratello, mia sorella e mia madre”. (Mc. 3,33-35) conclude “ Maria certamente ha fatto la volontà del Padre e per lei è cosa più grande e più gioiosa essere stata discepola di Cristo che essere stata sua madre”. È un invito a noi, dice don Emilio, perché alla scuola della Vergine Maria diventiamo veri discepoli di Cristo, sempre attenti alla sua parola. Dobbiamo imparare da lei lo stile e il gusto di essere discepoli. Essa non è troppo alta per noi né troppo lontana da noi. È con noi tutti i giorni, molto vicina e sollecita del nostro vero bene.

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Lunga è la bibliografia di Emilio, comincia con una serie di pubblicazioni per la GIAC, prosegue con vari titoli usciti presso AVE e si sviluppa con diversi editori: Piemme, IPL, Città Nuova, Queriniana, Qiqajon.